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domenica 25 novembre 2007

A PRESTO...

Se passate da queste "parti" e non vedete o non vedrete il blog aggiornato da/per un pò è perché sono molto impegnato. Spero di ritornare al più presto.

Ciao,

Romano

sabato 17 novembre 2007

BRUCE LEE E IL BODYBUILDING (1a parte)


Introduzione


Questo post e i successivi si occuperanno del rapporto tra Bruce Lee e il mondo del Bodybuilding. Farò riferimento per questo, con un mia traduzione nella sostanza esatta ma non perfetta e non citando tutto il testo, ad un articolo pubblicato sul sito web di uno dei più importanti bodybuilder di tutti i tempi: Mike Mentzer 1).

Mentzer nacque in America, Pensilvania, il 15 novembre del 1951 ed è morto a Los Angeles il 10 giugno del 2001. Era conosciuto anche per il suo metodo di allenamento conosciuto come Heavy Duty. Naturalmente per maggiori informazioni sulla sua persona conviene consultare il sito.

Chi gentilmente legge con regolarità questo blog sa che ho già scritto su Bruce Lee e il potenziamento fisico 2). Può leggere, se vuole, anche quest'altri post quindi.

E adesso, via...


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"CALDO COME IL MARMO" Il fisico letale di Bruce Lee


E' assolutamente incredibile l'impatto che Bruce Lee e la sua forza, il suo sviluppo fisico ha avuto sugli atleti, i bodyduilders e i media di tutto il mondo. Come giovane ragazzo di scuole superiori (nota bene è Mentzer che sta parlando), ricordo chiaramente tutti i discorsi che facevamo tra amici sul grande Bruce Lee. E discutevamo non solo sulle sue competenze di artista marziale ma anche per il suo fisico forte e definito.

Come Mr. Little (n.b. John Little si è occupato con successo della traduzione degli scritti di Lee, grazie al benestare della moglie di Bruce, per poi metterli ben in ordine e pubblicandone come libri) riporta nel suo articolo, anche un personaggio come Joe Weider ha osservato la sorprendente definizione muscolare del fisico di Lee, in particolare i suoi addominali.

Little spiega anche come la preparazione fisica di Lee abbia notevolmente colpito alcuni tra i più conosciuti bodybuilders di tutti i tempi come Lou Ferrigno, Lee Haney, Dorian Yates, Rachel Mclish, Lenda Murray, Flex Wheeler e Shawn Ray.

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Personalmente ho supervisionato l'allenamento di molti artisti marziali che erano colpiti dalla velocità e la forza di Bruce. Ho ricevuto e-mail, lettere, telefonate da parte di praticanti di Arti Marziali più di ogni altro atleta. Credo perchè erano colpiti "dall'ossessione" di Bruce sulla preparazione fisica.

Sono molto orgoglioso di dire che uno dei miei migliori amici negli ultimi 22 anni è colui che ha scritto quest'articolo e che ha scritto diversi libri su Lee.

Ricordo quando ho incontrato per la prima volta John Little a Toronto quando io, Arnold e Franco fummo presenti all'IFBB Weider del 1979. Ci colpì, tra l'altro, il suo interesse verso il bodybuilding. Lo rividi in seguito durante un mio seminario sempre a Toronto nel 1980 nella palestra di Lou Hollozi. E da lì si è instaurato un rapporto di amicizia.

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E' stato poi nel 1992 che Joe Weider ha portato John a Los Angeles per scrivere su "Flex".

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Spero che lei, caro lettore, acquisterà molta conoscenza dalla lettura dell'articolo di Little.

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Mike Mentzer

CLICCA QUI https://www.romanoscaramuzzino.it/2022/05/04/bruce-lee-e-il-bodybuilding-caldo-come-il-marmo-warm-marble-il-fisico-letale-di-bruce-lee/ PER LEGGERE LA CONTINUAZIONE E LA CONCLUSIONE DEL POST.

n.b: per questo post, come per tutti gli altri di questo blog, è VIETATA la riproduzione parziale o completa se non viene citato il nome del blog e del suo autore. Grazie.

I link utili:

1) http://www.mikementzer.com/

2) http://artimarzialiromanoscaramuzzino.blogspot.com/2006/11/bruce-lee-e-il-potenziamento-fisico.html

e

http://artimarzialiromanoscaramuzzino.blogspot.com/2006/12/bruce-lee-la-sua-scheda-con-i-pesi.html

















venerdì 2 novembre 2007

LA SOLITUDINE DELL'ARTISTA MARZIALE

Ci sarà un perché abbiamo scelto di praticare le Arti Marziali o gli sport da combattimento. Attività sportive particolari già di suo ma anche individuali. Ho spesso riflettuto, avendone modo ed ispirato dall'osservazione su me stesso e gli altri praticanti di queste discipline e di quasi tutti gli sport individuali, una differenza caratteriale con chi svolge uno sport di squadra.

L'artista marziale e il praticante di sport da combattimento forse è ancora più solo di qualsiasi altro praticante di sport individuali durante il suo svolgimento.

Questo non vuol dire che l'atleta in questione è un asociale..Anzi, il contrario.

Ma quando si sale su un ring o su un quadrato ma anche quando si esegue una forma, l'artista marziale è solo e può fare affidamento esclusivamente sulle sue capacità tecnico/atletica, al massimo sui consigli del suo coach.

E' la solitudine dell'artista marziale che in sé è anche affascinante.

Alcune volte può essere terribile, ci vuole tanto sangue freddo.

A proposito...l'altra sera (anzi notte) ho visto un film nemmeno troppo recente: "Yakuza". Uno dei suoi protagonisti ad un certo punto della storia decide di impugnare la katana per aiutare un suo amico. Nel film è un esperto della spada giapponese e l'attore che lo interpreta è bravo nel maneggiarla e credo che abbia partecipato anche nel noto film "Black Rain" con Michael Douglas. Il suo nome è Ken Takakura.

Arriva il momento in cui il nostro personaggio, nel film, deve affrontare diversi avversari armati e con una logica da combattimento possibile (nel senso che nella realtà un vero esperto della katana può sopravvivere e uccidere diversi contendenti) li sconfigge.

Quanto era solo quest'uomo... e quanto lo saranno stati i grandi (per efficacia) Samurai. Tra i più noti Miyamoto Musashi.

I Samurai sappiamo benissimo che non sono esempi da seguire. Basta pensare al loro rituale del suicidio.

Erano però delle vere e proprie macchine da guerra ed in questo quasi perfette. Aiutati psicologicamente dal senso del distacco dalla vita proposto dal Buddismo Zen non avevavo paura della morte.

Il Samurai rappresenta benissimo il guerriero che affronta da solo con coraggio e sangue freddo il pericolo. La lama dell'avversario che sfiora il suo corpo. La decisione, il calcolo esatto di come e quando attaccare. E quando lo fa non può che essere perfetto pena la ferita o la morte.

Anche l'artista marziale o il kickboxer talvolta affronta questa solitudine ( certamente meno drammatica..) e la vince.

E quando torna a casa si chiede il perché abbia scelto questo sport e non un altro.

Misteri..