Se vi dovessei chiedere qual'é una qualità che dovrebbe avere un praticante di Arti Marziali sicuramente mi rispondereste la disciplina, l'umiltà e probabilmente alcuni di voi direbbero anche la perseveranza.Parliamone allora sperando che la lettrice/il lettore di questo post (e degli altri..) dica la sua perché il blog è anche un luogo di incontro, di confronto e di condivisione tra le persone.
La perseveranza ,quindi, nelle Arti Marziali è collegata anche all'idea della ripetizione. Quante volte infatti avete ripetuto una forma, una tecnica? Sicuramente tantissime volte e più si ripete e meglio è. La perseveranza non deve mai però sfociare nell'ossessione. Bisogna infatti accettare i propri limiti, perseverare sino a quando si è dato tutto ciò che si poteva dare.....e non oltre.
La perseveranza è legata anche al concetto del tempo. Infatti può essere molto ma molto facile essere bravi per poco tempo, per un breve periodo. E' difficile invece essere bravi a lungo, alla distanza. Quello che si è si vede nel tempo. Ho visto persone, anche fra gli sport da combattimento, con buone capacità tecnico-atletiche ma non perseveranti. Ai primi insuccessi o al primo rimprovero del maestro/coach hanno girato le spalle ed hanno abbandonato. Ed abbandonano non perché non potenzialmente bravi o perché non più appassionati di quello che fanno ma solo perché il loro orgoglio è superiore al perservare. Vanno dove è più facile praticare e magari diventare ..maestri. Ma hanno fallito.
Personalmente ho avuto allievi nella kickboxing che si sono presentati da me con una possibilità di scioltezza articolare molto critica ma non impossibile. Ma con buoni allenamenti e con la loro perseveranza sono arrivati ad una condizione fisica che anche a me sembrava impossibile. Bravi. Ho avuto anche allievi di età superiore a quella dei ragazzi ma che hanno dato ed ottenuto più di loro perché perseveranti! Ho avuto allievi invece che potevano ,giovani e forti , fare moltissimo, molto di più di quel poco che hanno fatto ma alla prima difficoltà o al primo timido successino.....hanno lasciato.
La perseveranza è anche collegata per paradosso al cambiamento perché è lecito lasciare un'attività sportiva,un'arte marziale, un lavoro per altro. Il cambiamento, che poi è collegabile ad alcune filosofie orientali ed arti marziali, è sinonimo di maturità. Cambiare è positivo, fuggire no. Io sono qui!
Pensate comunque ad un grande campione dello sport: Roberto Baggio. Tanti infortuni, tanti successi, tanti sacrifici.... Ma ha perseverato ed è il fuoriclasse e la brava persona che tutti riconosciamo. Altri invece, sempre nel mondo del calcio, hanno vissuto i primi successi ma sono arrivati fino ad un certo punto e poi ,o perché mancava il talento o perché non erano perseveranti , non sono arrivati ai grandi risultati ma ad altre tappe più remunerative forse ma meno esemplari. Un campione, il primo, mezzi-campioni gli altri.
Naturalmente non è necessario diventare campioni!!! Sarebbe bello invece ,per chi ama le Arti Marziali, diventare campioni di se stessi. Il lettore mi scuserà se non ricordo il nome ma non fu proprio un grande filosofo orientale che disse che "vincere gli altri è facile, vincere se stessi è difficile"?!?.
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sabato 19 agosto 2006
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